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"Being a Wallflower" è un gioco di parole, vuol "Being a Wallflower" è un gioco di parole, vuol dire letteralmente "fare da tappezzeria", essere timidi.
La timidezza è un’autoconsapevolezza di esserci ed è anche la capacità di immaginare come gli altri ci potrebbero vedere. La timidezza ci rende più misurati ma anche più capaci di rapporti duraturi e stabili. La timidezza è "slow". Il timido si sofferma sui dettagli, conosce l'importanza di ascoltare ed osservare i dettagli. Sa che i non detti spesso veicolano più informazioni delle parole. I timidi spesso fanno tenerezza, ma per chi non lo è, risulta difficile immedesimarcisi.

Osservando le piante mi trovo a riflettere sulla difficoltà con cui ci accorgiamo di loro, spesso non ne abbiamo vera consapevolezza. Meno che mai riusciamo a provare empatia per loro. E' difficile immedesimarsi in qualcosa a noi così alieno. Eppure non è impossibile. Vi siete mai emozionati quando una pianta di cui vi siete presi cura ha messo i primi germogli? L'avete vista crescere e tendersi verso la luce. Aveva smesso di essere "una pianta", ma era la pianta con cui avevate costruito una relazione. Era la -vostra- pianta. Di cui conoscevate l'essenza, le esigenze. Non più un dettaglio sullo sfondo, ma parte del vostro mondo consapevole. Le piante sono timide e ricche di non detti che occorre saper ascoltare con attenzione. Ma vi sapranno ricompensare con la loro presenza. Sapranno instaurare con voi una relazione.

Mettersi in relazione è fondamentale per comprendersi. Ed è indispensabile quando si scatta un ritratto. Una volta una bravissima fotografa disse: "un ritratto è una storia d'amore condensata in mezz'ora". Ecco, sono quelle le parole che mi tornano in mente quando mi accingo a ritrarre una pianta.
Sono pessimo con gli auguri di Natale, mi riescono Sono pessimo con gli auguri di Natale, mi riescono malissimo. Da sempre. Il mio Natale è intimo, all'insegna del minimalismo, col mio alberello pre-confezionato formato mignon. 
Riconoscere gli addobbi natalizi a casa mia corrisponde regolarmente ad un esame della vista. Li vedi? Ok, puoi fare a meno degli occhiali.
La realtà è che il mondo va guardato con occhi carichi di curiosità. Occorre sempre tenersi in allenamento. E questo è uno di quegli anni in cui l'entusiasmo non bussa facilmente alla porta.
Per quest'anno, dunque, nessun augurio. 
Solo un'esortazione: quella di guardarci attorno alla ricerca di qualcosa che possa scaldarci l'anima. Un'immagine, un ricordo, un gesto. 
Come per il mio micro-alberello, a cui sono molto affezionato, magari occorrerà sforzare la vista, ma è lì che ci aspetta.
Stephanie: Nice move. Did you make that up? Tony M Stephanie: Nice move. Did you make that up?
Tony Manero: Yeah, well, I saw on TV first, then I made it up.
La settima foglia è ancora piccina, ma diamole i La settima foglia è ancora piccina, ma diamole il tempo di crescere. 😉
Il verde non è un abbellimento per ingentilire i Il verde non è un abbellimento per ingentilire il cemento, ma un'esigenza. Oggi più che mai. La mia speranza? Vedere più progetti e proposte di rigenerazione urbana, focalizzati a portare il verde nelle nostre vite e nelle città.
Prima gita all’aria aperta. Foto di gruppo. Prima gita all’aria aperta. Foto di gruppo.
I papaveri hanno saputo fare un ottimo lavoro di " I papaveri hanno saputo fare un ottimo lavoro di "brand communication". Sono uno dei simboli della primavera, con il loro colore rosso che spicca in mezzo al verde intenso dei prati. Alle volte però ci si dimentica di quanto siano affascinanti dopo che i loro petali sono caduti.
Le piante non possono spostarsi dal luogo in cui s Le piante non possono spostarsi dal luogo in cui sono nate. Possono sopravvivere solo se hanno un ecosistema completo. Tutta la loro evoluzione è basata sul mutuo appoggio, la simbiosi e la comunità, piuttosto che sulla competizione o sulla predazione.

C'è molto da imparare dalle piante.

#stefanomancuso
La realtà è prima di tutto una questione di perc La realtà è prima di tutto una questione di percezione. 
Da diversi anni indago il processo di inversione della luminosità, ovvero un negativo in cui solo la luminosità viene invertita, lasciando i colori invariati. Quanto influisce sulla nostra esperienza percettiva? Quanto si può ingannare il cervello creando immagini non immediatamente percepibili come negativi? Quanto si può usare questo processo per creare un linguaggio nuovo? 
Nel mettere in discussione ciò che vediamo, dobbiamo inevitabilmente ricorrere alla nostra esperienza del mondo fisico che ci circonda. Alterare il modo in cui percepiamo la luce ci offre un modo per esplorare queste esperienze e reinventare il mondo che vediamo. Esplorare il modo in cui menti e cervelli reagiscono può portare a nuove intuizioni sulla percezione e sulla concettualizzazione.
Come dicevo, la realtà è prima di tutto una questione di percezione. Un tentativo continuo, da parte del nostro cervello, di costruire modelli per ricondurre ciò che osserviamo ad esperienze conosciute. Ed è proprio questo meccanismo a generare l'impressione, osservando le mie fotografie, di essere dinnanzi ad un'illustrazione. Un'interferenza tra i due mondi.
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